Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

I "dischi" di Taormina

Ultimo Aggiornamento: 25/01/2009 11:09
Autore
Stampa | Notifica email    
25/01/2009 11:09

I "DISCHI" DI TAORMINA

La ricostruzione di un caso del lontano 1954 che non finisce mai di sorprendere.

Il caso noto come "la foto dei dischi di Taormina" ha sempre riservato sorprese nel corso degli anni. In realtà non tanto per la spiegazione del caso in se stesso (è ormai assodato che la foto è un falso e che i due oggetti che caddero quel giorno sul litorale messinese erano due palloni sonda), ma quanto per la curiosità e le domande riguardanti la realizzazione della foto.
Fino al 1998 si sapeva poco del caso. Curiosamente infatti la foto era più conosciuta all'estero che in Italia e, benché il parere degli studiosi più seri era unanime nel ritenerla frutto di un fotomontaggio non mancavano coloro che continuavano a
presentarla come se quelli ritratti fossero veri ufo. Ciò sicuramente anche a causa di quanto scrisse Ansel Talbert sul New York Herald Tribune (che si pensava fosse la fonte primaria del caso), nella sua edizione parigina del 10 dicembre 1954 e cioè che gli esami cui la fotografia e la sua negativa erano stati sottoposti non sembravano rivelare alcuna doppia esposizione né trucchi.
Non si conosceva con precisione nemmeno la data, venendo essa variamente collocata tra la primavera e l'autunno del 1954.
Attraverso quel poco che la stampa locale e nazionale aveva scritto, il 19 novembre del 1954 due oggetti erano scesi su Taormina e, dopo aver eseguito alcune evoluzioni, uno si era perduto fra le montagne mentre l'altro era caduto in mare. Alcuni pescatori del luogo andarono per recuperarlo, trovando solo una specie di involucro.
Nessun però pubblicò la foto e quindi non c'era nemmeno la certezza che quest'ultima fosse collegata al fatto, o se invece si trattasse di qualche altro caso.
Comunque il presunto avvistamento che, stando alle fonti giornalistiche estere,
aveva provocato scalpore nella popolazione finì per essere subito dimenticato.
Nonostante le ricerche degli storici del CISU molte domande rimanevano senza risposta, come ad esempio chi fosse Giuseppe Grasso che la rivista statunitense "Look" indicava come l'autore della foto e da dove essa avesse tratto alcune
dichiarazioni pubblicate ad egli imputate; da quale fonte avessero attinto Adolf Schneider e Hubert Malthaner per confermare che l'autore della foto fosse proprio Giuseppe Grasso e che si trattava di "una sua costruzione"; da quale altra Margaret Sachs per
aggiungere che gli oggetti erano stati visti da "migliaia di persone" e
che i pretesi dischi si allontanarono solo al sopraggiungere di un caccia dell'Aeronautica Italiana; ed infine come la foto avesse varcato i confini dei nostro Paese, se trasmessa da un corrispondente della United Press o portata all'estero dall'ambasciatrice americana Clare Boothe Luce.
Partendo dal presupposto che se Giuseppe Grasso fosse stato effettivamente un corrispondente locale della United Press di lui doveva essere rimasta memoria negli ambienti giornalistici catanesi, così come anche dell'intera faccenda visto il clamore suscitato dall'avvistamento, un inquirente del CISU, grazie ad alcuni amici giornalisti
giunse in breve a contattare telefonicamente il signor Salvatore Ragonese, titolare di un'agenzia fotografica locale, che per primo confermò che la foto in questione (che ricordava molto bene) era stata effettivamente elaborata da Giuseppe Grasso, un noto fotografo di Giardini e che si trattava di un fotomontaggio realizzato per corredare la notizia di uno dei tanti avvistamenti di "dischi volanti" così in voga in quegli anni. Proprio
per tale motivo però non intendeva spingere oltre la confidenza fornendo il nome del giornalista che per così dire si era prestato al gioco, essendo questi ancora in attività. Riguardo Giuseppe Grasso, aggiunse invece che questi era deceduto alcuni anni fa, ma che avremmo forse potuto parlare con i suoi eredi, nell'evenienza che questi ne
avessero conservato l'archivio fotografico e magari anche la foto in questione.
La cosa sembrava sul momento finita là, ma un colpo di fortuna aprì nuovi squarci. Infatti soltanto poche settimane dopo, Io con un mio collega trovammo presso l'archivio su microfilm della sede catanese della Biblioteca Regionale Universitaria copia del
"Giornale dell'Isola" (un quotidiano filo-monarchico dell'epoca) che in data 20/11/54 pubblicava un ampio servizio sul caso dei "dischi" avvistati a Taormina da centinaia di persone, che senza dubbio costituiva la vera fonte primaria della celebre foto, pubblicata appunto in prima pagina. Ed insieme ad essa, sotto il titolo "Brivido a mezzogiorno - Un Disco volante ammara a Taormina " la foto di due guardie di Finanza in piedi che tendevano l'involucro bianco ormai floscio del pallone sonda che, come si spiegava in un ampio reportage firmato da Angelo Caruso, aveva originato nei numerosissimi testimoni l'illusione di aver finalmente visto un "vero" disco volante. Nel servizio, proseguente in quarta pagina, il giornalista chiariva che i palloni sonda, le cui evoluzioni erano state osservate da tutti i paesi distribuiti lungo il litorale della costa taorminese, erano due, ma soltanto uno era stato recuperato in mare a circa due chilometri dalla costa da una barca di "coraggiosi" pescatori di Sant'Alessio, Cosimo ed Antonio Carnabuci, mentre dell'altro, allontanatosi verso l'interno in direzione di Graniti , si erano perse le tracce.
Completavano l'articolo le foto di una giovane ragazza, indicata come la
figlia di uno dei due "eroi" che avevano recuperato il "disco volante", e quella di un'altro anziano pescatore, anch'egli testimone dell'evento.
Ma soprattutto faceva bella mostra di sé in quarta pagina una seconda foto ritraente questa volta un solo "pallone sonda" in cielo sotto lo sguardo di un gruppetto di persone, alcune delle quali erano le stesse di quelle già inquadrate nella foto più celebre.
Grazie al ritrovamento di dell'articolo è stato infatti possibile chiarire una volta per tutte la data dell'evento (il 19 novembre 1954) ed il fatto che le fotografie dei "dischi di Taormina" sono da identificarsi con il caso narrato dai quotidiani italiani dell'epoca e riportato dalla sezione ufologia fiorentina nel secondo volume della serie "UFO in Italia" (con fatti e dinamiche comunque distorte rispetto alla versione scritta dal Caruso).
Qualche mese dopo il ritrovamento dell'articolo siamo riusciti a rintracciare il giornalista Angelo Caruso che era ancora in attività (come aveva gia detto Ragonese) e, preso contatto con lui, lo abbiamo intervistato riuscendo così a ricostruire la dinamica dei fatti.
Secondo quanto ci ha raccontato, Caruso apprese dell'avvistamento direttamente dal Grasso, allorché questi lo chiamò nel pomeriggio del 19/11/54 per proporgli le fotografie che aveva scattato. Caruso non si meravigliò di questo fatto, poiché Grasso era piuttosto abile a realizzare "foto strane" che passava spesso al giornalista. Tuttavia nel
vedere le foto in questione, Caruso rimase un po' perplesso e decise di recarsi sul posto per verificare l'accaduto e raccogliere magari qualche altra testimonianza. E come era solito fare portò con sé Gaetano Di Giorgio, uno dei fotografi del giornale.
Fu infatti questi che scattò le foto alla figlia del Carnabuci ed all'altro anziano pescatore, così come pure quella in cui le due guardie di Finanza mostrano l'involucro sgonfio del pallone sonda recuperato.
Quest'ultima foto in particolare fu scattata presso il Comando della Guardia di Finanza di Santa Teresa Riva dove a conclusione dell'incontro, senza che lo chiedesse, il maresciallo della stazione, Tesoro, gli disse che poteva pure portarselo via, perché loro non sapevano che farne. Senza farselo ripetere due volte, Caruso accettò l'invito e rientrò alla
redazione del giornale con l'insolito trofeo che andò mostrando a tutti quelli che parlavano dei dischi volanti come di astronavi o chissà cos'altro. Insomma, "finì a risate".
Il Caruso non si è mai posto il problema di capire se le foto erano false o no, anche se non se ne sarebbe meravigliato conoscendo il fotografo. Egli era anche all'oscuro del fatto che le foto di Grasso avessero in pratica fatto il giro del mondo: "Probabilmente" è stato il suo commento, "le vendette. Oppure le portò in America l'ambasciatrice, che in quei giorni passò dall'aeroporto di Catania."
Considerata la nitidezza delle varie riproduzioni della foto principale pubblicata all'estero (non ultima la copertina del libro di Aimè Michel), riteniamo quasi con certezza che Grasso riuscì a piazzare all'estero le sue fotografie, non potendo pensare che sia stata usata una stampa non di prima generazione. Del resto, in qualità di fotografo professionista ben introdotto negli ambienti giornalistici la cosa non dovette risultargli difficile. Quest'ultimo aspetto della vicenda è tuttavia rimasto poco chiaro, anche a causa dei tanti anni ormai trascorsi, che hanno reso un po' confusi i ricordi di Caruso. Certamente dell'ambasciatrice egli non avrebbe parlato se non fossimo stati noi a tirarla in ballo per cercare di chiarire quale ruolo potesse aver avuto in questo affare.
Così come sempre su nostra precisa domanda, Caruso ha anche smentito che
sulla scena sia intervenuto alcun caccia dell'Aeronautica Militare Italiana.
Grazie ad ulteriori ricerche abbiamo saputo il luogo dove venne scattata la celebre foto: Piazza Roma (o detta anche Piazza Municipio) a Giardini Naxos.
Alla luce di tutto ciò, lo scenario che riteniamo più probabile è il seguente.

Nella mattinata del 19 novembre 1954 alcune persone da Taormina e dagli
altri centri che sorgono lungo l'ampio golfo da essa sovrastato scorgono
più o meno contemporaneamente due innocui palloni sonda in cielo e, come
spesso accade tutt'oggi, li scambiano per due dei tanti "dischi volanti" di cui in quei giorni si faceva un gran parlare. La notizia si sparge rapidamente anche perché gli oggetti, a causa della loro bassa quota, dovevano essere ben visibili. A Giardini, si trova Giuseppe
Grasso, un fotografo rinomato il cui studio è proprio nel corso principale del paese. Forse qualcuno lo va a chiamare oppure egli stesso è fra i primi testimoni dell'apparizione; fatto sta che, munito della propria attrezzatura di lavoro, Grasso si reca nella piazzetta
soprastante il lungomare di Giardini e scatta alcune fotografie inquadrando le persone affacciate che scrutano le evoluzioni dei due palloni sonda. Poi per rendere il tutto più interessante effettua un bel fotomontaggio inserendo due bei "dischi volanti".
Oppure Il fotografo realizzò le foto molto tempo prima del caso in questione, aggiungendo successivamente poi i “dischi”.
Compiuta questa operazione nel proprio studio, nel pomeriggio si reca al
Giornale dell'Isola, dove lavora il Caruso con il quale ha da tempo instaurato un rapporto privilegiato, e, come ha già fatto altre volte in passato, gli offre le fotografie che, come sappiamo, saranno pubblicate l'indomani insieme al reportage del giornalista. Probabilmente la scelta di cambiare la località dove era stata scattata la foto (Taormina anziché Giardini Naxos), fu condizionata dal richiamo internazionale che aveva appunto Taormina rispetto ad altre località meno note. Un piccolo scoop che almeno per un giorno farà primeggiare le vendite del piccolo quotidiano catanese su quelle dei diretti concorrenti che ignoreranno l'episodio, mentre con un giorno di ritardo la notizia sarà ripresa dal
Giornale di Sicilia di Palermo e da altri quotidiani italiani.
L'indagine pareva fermarsi qui. Restava solamente l'idea di recarsi a Giardini Naxos per cercare gli eventuali eredi del Grasso. A causa di impegni vari e altri fattori che si incontrano nel corso della vita di ognuno di noi, questo tentativo è stato fatto soltanto diversi anni dopo.
Purtroppo la ricerca non ha portato a nulla poiché abbiamo saputo che lo studio del Grasso non esisteva più ormai da molti anni.
A questo punto sembrava che tutto fosse finito lì, e così anche il sogno di poter un giorno reperire la foto originale quando, ai primi di luglio di quest’anno, il quotidiano "La Sicilia", edizione di Messina, pubblicava un articolo riguardante la foto dei dischi di Taormina. In pratica un ex impiegato della sopraintendezza del comune di Giardini Naxos, che colleziona tutto quello che riguarda il suo paese, aveva acquistato una diapositiva ritraente proprio la foto in questione che faceva parte della collezione dello studioso Bob Beck, il quale era riuscito ad acquisire negli anni sessanta centinaia di foto di ufo.
Sia il giornalista che l'ex impiegato non sapevano evidentemente la storia che c'era dietro la foto. Con la speranza che fosse la volta buona tramite il giornalista autore dell'articolo, abbiamo incontrato l'ex impiegato per spiegargli tutta la storia e vedere la diapositiva.
Purtroppo, come si temeva, la diapositiva in suo possesso è una riproduzione fatta in anni successivi all'avvistamento (quindi niente originale).
Comunque grazie ai due abbiamo appreso qualche altra informazione sul Grasso, un fotografo professionista che, verso la fine degli anni '40 del secolo scorso, aveva ereditato dal suocero ingrandendolo uno studio fotografico a Giardini. Probabilmente egli era anche corrispondente dell'United Press International. Purtroppo l'archivio fotografico di Giuseppe Grasso è andato perso irrimediabilmente: dopo la sua morte avvenuta parecchi anni fa ( 1980) nel suo negozio vi fu un susseguirsi di brevi gestioni infelici che portarono alla chiusura definiva dello studio fotografico. La moglie, interpellata dall'ex impiegato parecchi anni fa, confermò la perdita di tutto l'archivio e dell'attrezzatura del marito. Al momento sia la moglie che la figlia non abitano più a Giardini e si ignora la loro attuale residenza.
A questo punto siamo costretti a fermarci qui nell'attesa di qualche altra novità. E, come scritto all'inizio, pur non nutrendo seri dubbi sull’origine degli oggetti osservati nel corso dell’avvistamento (sicuramente palloni sonda), rimangono tuttavia alcuni interrogativi sullo svolgimento complessivo del caso.


Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:55. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com