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Catalogazione casi di Incontri Ravvicinati avvenuti in Italia

Ultimo Aggiornamento: 14/06/2009 13:43
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14/06/2009 13:43

I dati sono presi dal lavoro svolto dal CISU - CentroItalianoStudiUfologici

Premessa: Nel corso della catalogazione, troverete le scritte identificative dei vari Incontri Ravvicinati, vediamo insieme cosa significano questi gradi:

IR0: Avvistamento ravvicinato, senza effetti su persone, animali o ambiente

IR1: Effetti temporanei su persone o vegetazione. Possono anche esserci anomalie di tipo elettromagnetico (TV, radio, veicoli) o anche di natura fisiologica (come paralisi del soggetto) o anche una certa paura su animali.

IR2: Effetti su persone o vegetazione (come per IR1), con durature tracce sul terreno, come bruciature o misteriosi disegni (crop circle nda).

IR3: Contatto diretto o indiretto con gli occupanti degli UFO.

Nella metà degli anni ottanta giunsero anche segnalazioni di rapimento (conosciuto come "fenomeno abduction), cioè testimonianze che riportavano un rapimento da parte degli UFO verso il testimone dell’osservazione del fenomeno. Questo altro tipo di fenomeno venne coniato come:

IR4: Cioè contatto diretto o rapimento da parte degli occupanti degli UFO, sia questo associato ad entità animate e non.

N.B. Per catalogare il caso come Incontro Ravvicinato, il fenomeno deve essere ad un massimo di 150m di distanza, e al di sotto dei 30m di altezza, fra l’UFO o i vari occupanti, e il soggetto protagonista dell’evento.
ANNI 10

Data: 1912 # Notte # Tipologia: IR2 # Località: Codigoro (Ferrara)

Descrizione: Un uomo stava rincasando quando noto’ in lontananza una sfera luminosa: giunto difronte alla propria abitazione vide che sfera gli si parava davanti, ferma poco sopra il suolo. Credendo come le dicerie popolari, che si trattasse dello “spirito” di qualche defunto uomo, alzo’ il braccio e grido’ violentemente contro lo strano fenomeno. Improvvisamente un forte “schiaffo” in faccia, cone lo fece cadere, mentre la sfera prendeva il proprio corso, dondolando. In seguito l’uomo noto’ che sulla guancia colpita era perfettamente visibile un’impronta simile ad una mano scheletrica. Nel 1919 poi, si avrà nello stesso paese, un'altra segnalazione di sfera luminosa a bassa quota, questa volta di colore rosso/arancione, segnalato da un gruppo di uomini e donne.

ANNI 20

Data: Febbraio 1923 # IR0 # Località: Pieve Di Teco (Imperia)

Descrizione: Un ragazzo di 17 anni, si trovava nei pressi del bosco quando noto’ scendere in picchiata dal cielo un oggetto stranissimo e silenzioso, che si fermo’ instantaneamente davanti ai suoi occhi. Sembrava un grosso pesce color rame, con riflessi metallici, dotato di due oblo’ ovali e di una cupola trasparente al cui interno non si poteva notare nulla. Nella parte della “coda” aveva una specie di elica color rame, che, dopo un certo lasso di tempo, si mise a girare verticosamente, tanto da sparire praticamente alla vista: contemporaneamente, il ragazzo distinse “alcuni punti rossi brillanti”, dichiarando poi di non sapere se si trattasse di luci o di fiamme. Con uno schiocco, l’oggetto, che sembrava galleggiare nell’area, partì a velocità vertiginosa verso il cielo. La descrizione dell’UFO è molto simile a quella di un disco volante con cupola.
Data: 1927 # mattino # IR3 # Località: Corbola (Rovigo)
Una bambina di 11/12 anni si trovava nei pressi del fiume Po, quando noto’ un oggetto luccicante e rotondo scendere a notevole velocità nel cielo, e inabissarsi nel fiume, a non molta distanza dalla bambina. Poco dopo riemerse, facendo ribollire l’acqua del fiume. Dall’oggetto volante la bambina pote vedere una figura dai lineamenti umani, probabilmente seduto.

ANNI 30

Data: Agosto 1930 # mattino # IR3 # Località: Montebenichi (Toscana)

Un anziana signora stava lavando dei panni in un torrente: aveva appena steso un paio di calze sul fil di ferro, steso fra due pali.improvvisamente sentì una grande ventata, e poco dopo discendere dal cielo un oggetto a forma di “trottola”. Dalla parte sottostante del velivolo, si aprì una porta, dalla quale calo’ una scala. Da lì scesero due omi ni, alti circa 1 metro. Si misero a girare intorno la donna, osservandola e sfiorandola, emettendo anche dei “cinguettii”. Poco dopo i due esseri presero il paio di calze appese al filo, e rientrarono nell’oggetto, che deccollo’ scomparendo nel cielo. Fenomeno simile accadrà con il caso Rosa Lotti, avvenuto sempre nella stessa regione, ma in paese diverso.
ANNI 40

Data: 14 agosto 1947 # 09.14 # IR3 # Località: Raveo (Udine)

Il pittore e scrittore di fantascienza, R.L. Johannis, nel corso di una sua scalata di montagna, noto’ la presenza di uno strano velivolo di forma lenticolare e di colore rosso, posato sopra un argine alto della montagna, l’uomo incuriosito si diresse a vedere di cosa si trattasse. Una volta arrivato sul luogo, l’uomo descrisse il velivolo come un piatto con cupola, sormontata da delle antenne (un disco volante). Nelle vicinanze noto’ due piccoli esseri, vestiti con tuta blu aderente, cintura rossa, e una sorta di cuffia marrone in testa. Erano alti circa 1 metro, con grandi teste, e lunghe braccia. Avevano occhi grandi e circolari, di un colore giallo/verde brillante. I due esseri si avvicinarono all’uomo e lo fissarono. Johannis chiese loro se avessero bisogno di aiuto, alzando la picozza mentre gli chiede la domanda. I due esseri prima di guardarono reciprocamente, poi uno di loro sparo’ tramite la cintura rossa una leggera nube di gas che paralizzo’ Johaniss. I due esseri rubarono la picozza dell’uomo, insieme ad una scatola e varie posate da tavola. I due umanoidi poi rientrarono nell’oggetto che partì a grande velocità scomparendo.

ANNI 50

Data: 24 Aprile 1950 # notte # IR3 # Località: Abbiate Guazzone (Varese)

Un operaio, Bruno Facchini, fu attratto in stada da un misterioso scintillio, poco dopo che era cessato un forte temporale: pensando trattarsi di un problema della linea elettrica, si diresse su luogo. Arrivato sul posto, vide uno strano oggetto al suolo: era come una palla schiacciata, con la superficie “quadrettata da striscie verticali e orizzontali, posti ad intervalli regolari”. L’oggetto era posizionato sul terreno tramite una grossa scala, sorretta da due tiranti, e conducente ad un’apertura rettangolare, illuminata, e dotata di “portello aperto”. All’interno c’era un'altra scala, come pure dei tubi, delle bombole collegate a fila e dei manometri. L’oggetto era grande circa 10 metri: il Facchini si trovava a circa 4/5 metri dal velivolo. Vicino la scaletta c’erano due esseri, un terzo era posto sopra una specie di “elevatore meccanico”, intento a saldare un mazzo di tubi, producendo quello scintillio che vide precedentemente Facchini. Gli individui come descritti dal Facchini, indossavano degli scafandri e delle maschere trasparenti, dove al suo interno c’era del liquido, dove ci si notava una parte del viso, molto bianco e dall’aspetto umano. In corrispondenza della bocca c’era un tubo, terminante con un bocchettone, la loro altezza era di circa 1,7 metri, e come struttura erano simili agli esseri umani. Il Facchini si avvicino’ agli esseri, credendo fossero piloti. Gli esseri a quel punto risposero con strani gesti, poco umani. Il Facchini impaurito scappo’, ma di spalle riuscì a notare uno degli esseri intento a prendere una sorta di tubicino dalla parte del collo, e da lì partì una sorta di raggio che paralizzo’ il Facchini. Gli esseri rientrarono nel velivolo, che deccollo’ con un forte rumore, sparendo dalla vista del Facchini. Il giorno seguente l’uomo tornando sul posto, trovo’ 4 orme di 1 metro di diametro ciascusa, poste in quadrato a circa 6 metri di distanza, l’una dall’altra. Nella medesima zona, l’uomo trovo’ un pezzo di metallo, che fatto analizzare venne definito, metallo antifrizione.

Data: 14 Agosto 1951 # 13:00 # IR3 # Località: Voghenza (Ferrara)

Un agricoltore di 57 anni, tale B.M. stava lavorando all’interno di un cimitero : improvvisamente sentì un rumore simile a quello di una ventata, e una sensazione di forte calore. L’uomo a quel punto’ noto’ a poca distanza un oggetto metallico intento ad atterrare sul posto. L’oggetto era di forma rotonda ed appiattita. Nella parte superiore aveva una cupola con alettoni verticali, da cui fuoriusciva una luce bianca luminosa. La parte inferiore era invece di forma conica, terminate con una sorta di “ugello”, ed era immobile. Il perimetro dell’oggetto era decorato con diversi oblo’ di colore blu. Il velivolo rimase stazionario poco sopra il terreno per qualche secondo, poi tramite delle “gambe” telescopiche attero’ sul terreno. Da due lati del velivolo si aprirono due porte, e da lì uscirono ben 6 strani esseri vestiti con tuta bianca aderente, casco trasparente intesta con sopra delle antenne. Avevano delle bombole dietro la schiena, con un tubo che finiva attaccato al mento degli esseri, che erano alti circa 1,2 metri, con braccia eccessivamente lunghe. Gli esseri giunti a circa a soli 5 metri dal teste, si noto’ anche una certa somiglianza scimmiesca, con pelle bianchissima, occhi circolari di colore azzurro, mentre quello che sembrava essere il “capo” aveva anche una leggera barba rossa. Gli esseri sorrisero all’uomo, mentre in mano avevano una sorta di mitra a tamburo, e quando gliene puntarono uno contro, ne uscì un lampo abbagliente che pero’ non fece niente all’uomo. A questo punto il “capo” saluto’ l’uomo, e lui rispose. Gli esseri tornarono all’interno dell’oggetto, che deccollo con una fiammata al suolo di un colore rosso-verde, scomparendo alla vista in pochi secondi. Ad una certa distanza l’oggetto aveva la forma del pianeta Saturno. In seguito all’incontro, venne trovata nella zona, della terra bruciata. Da notare che la descrizione di umanoidi con dei tubi, scafandri e antenne in testa, saranno segnalati molte altre volte in svariati casi di Incontri Ravvicanti di tipo 3.

Data: 25 luglio 1952 # 03:00 # IR3 # Località: San Pietro a Vico (Lucca)

Un pescatore di 53 anni, Carlo Rossi, si stava dirigendo a pescare nei pressi del fiume Serchio, come faceva di solito. Ad un certo punto noto’ una misteriosa luminescenza che si difondeva ad un certo punto del fiume, incuriosito il Rossi decise di andare a controllare. Arrivato sul posto, l’uomo tenendosi all’argine del fiume, si arrampico’ per il muro, vide un oggetto nero a forma di disco, con intorno delle aperture di forma ovali, e sulla sommità una grossa cupola con un oblo’ centrale. Il velivolo aveva ben 8 eliche simile a quelle degli elicotteri, in cui 5 nella parte inferiore, e 3 nella parte superiore, precisamente sopra la cupola. Il velivolo si trovava a bassissima quota sul pelo dell’fiume, intento a prendere l’acqua tramite un tubo luminoso, in cui si intravedevano delle fiammate simili alla fiamma ossidrica. Poco dopo dalla cupola, si aprì l’oblo’ ed uscì un essere con scafandro da palombaro, e molto probabilmente era vestito con una tuta di colore argento. L’essere punto’ il dito contro Rossi, e lui spaventato scappo’ buttandosi giù dal muro dove era arrampicato, proprio in quell’istante vide un raggio luminoso verde che gli sfioro’ la testa, e in quel momento sentì una scarica elettrica intorno al corpo. L’uomo ancora atterra, alzo’ la testa notando il misterioso velivolo che aveva appena preso quota, scomparendo in poco tempo a notevole velocità.

Data: 14 Ottobre 1954 # notte # IR3 # Località: Erba (Como)

Il signor Renzo Pugina, stava rientrando nella propria abitazione quando noto' uno strano chiarore in un viale solitamente buio (in quanto incassato tra due muri). Alla sommita' di una scaletta vide uno strano essere, alto 1,3 metri circa, avvolto in una luce diffusa, che volgeva all'uomo il suo fianco sinistro. La sua testa era coperta da un casco, trasparente sul davanti: si intravedeva un viso di aspetto umano, con occhi di tipo mongoloide. Il corpo fino a mezzo busto e le braccia erano ricoperti da una tuta a scaglie metalliche leggermente luminosa. La parte inferiore era, invece, costituita da un gorsso "tubo" liscio e leggermente conico (non vi era alcuna presenza di gambe). A questa struttura era attaccato, perpendicolarmente, a pochi centimetri da terra, un altro "tubo" di diametro molto inferiore e lungo quanto un' "apertura di braccia". Quasi nella parte terminale, si trovava, in posizione orizzontale (come se fosse in bilico), un disco dalle dimensioni di una ruota di bicicletta, che aveva la forma di una calotta nella parte superiore. Apparentemente, non esisteva alcun contatto fra il "tubo" ed il "disco". Passato lo stupore, il teste sali' qualche scalino, ma si fermo' quando l'essere ruoto' il busto e la testa verso di lui, con movimento meccanico. L'essere gli punto' contro un oggetto che teneva nella mano destra e che aveva la forma di torcia elettrica, di cui il Pugina scorse il "lumicino". L'uomo si trovo' "immobilizzato": riusci' pero' ad infilare una mano in tasca ed a toccare un mazzo di chiavi, al cui contatto il teste riusci' a compiere ancora qualche passo verso l'essere, pronunciando solo una parola, "Marte". A questo punto, la creatura fece una "smorfia di disappunto" e si alzo' a circa un metro da terra, emettendo un ronzio.Quindi si allontano', volando alla stessa altezza, lungo il viale della Villa vicino a cui si trovava: in fondo alla stradina, sali' di quota aumentando la velocita' e disoolvendosi in una luminosita'. Il Pugina rimase molto impressionato dall'esperianza. Sul luogo dell'avvistamento rimase, per 3/4 giorni una "macchia" inodore non umida ne' grassa, che, almeno inizialmente, continuava ad espandersi.

Data: 1 novembre 1954 # 06:30 # IR3 # Località: Cennina (Toscana)

Una contadina, Rosa Lotti di circa 40 anni, si stava recando in chiesa, attraversando il sentiero di un bosco: aveva con se’ un mazzetto di fiori, un paio di scarpe ed uno di calze. Prima di arrivare in una radura, noto’ “qualcosa” in mezzo i cespugli, e incuriosità ando’ a controllare. Vide quindi un oggetto metallico di forma simile al bronzo, come “rivestito di cuoio” di forma a fuso, posizionato sul terreno, era alto circa 2 metri, con due oblo’ e una porticina piccola simile al vetro. Da un cespuglio poi, sbucarono due esseri, che tagliarono la strada alla donna. Erano alti 1 metro, con tratti umani, erano “bellissimi”, un po’ “anziani”, e parlavano con voce normale ma in lingua sconosciuta. Entrambi sorridevano continuamente. Indossavano una tuta grigia aderente, un giubotto accolllato, con bottoni lucenti, e sulle spalle una corta mantella. In testa avevano una sorta di casco, con due dischetti circolari alla parte delle orecchie, sembravano essere di cuoio: sul viso poi, si notava l’ombreggiatura di una barba tagliata recentemente. Uno dei due esseri poi, prese una delle calze e il mazzo di fiori che aveva la donna, e si diresse verso l’oggetto. La donna protesto’ chiedendo di ridagli almeno la calza. L’essere sembro’ capire, e gli restituì una parte dei fiori, il resto lo mise all’interno dell’oggetto, aprendo quindi il piccolo sportello di vetro, posizionato alla parte bassa del velivolo. A quel punto la donna, pote vedere all’interno dell’oggetto: c’erano due piccoli sedili circolari posizionati davanti ai due oblo’, e il posto era particolarmente ristretto. L’essere poi prese da uno sportello uno strano oggetto, a forma di cilindro, di colore marrone, con superficie liscia, e lunga circa 20 centimetri. L’essere tenne in mano l’oggetto, tenendolo verso all’altezza dello stomaco, puntato verso la donna, come se gli volesse fare una fotografia. La donna quindi, inizio’ a preoccuparsi, e decise di andare via a passo svelto, anche se ebbe l’impressione che l’essere gli stava offrendo l’oggetto come un regalo. La donna pensando che i due individui la stessero seguendo si giro’ per controllari, e vide che si trovavano ancora lì ad osservarla attentamente, mentre parlavano tra loro. L’intera esperienza duro’ circa 10 minuti. Mezz’ora dopo, altre persone andarono sul posto, notando un buco nel terreno, come fatto da un grosso palo appuntito, di un diametro di circa 10 centimetri, e di una profondità di circa 15. Nella zona, alla stessa ora circa dell’incontro della Lotti, ci furono altri due avvistamenti di un misterioso velivolo luminoso, visto atterrare e decollare in mezzo al bosco, come pure l’osservazione di un ordigno volante a bassa quota sempre nei pressi del paese.

Data: 4 Novembre 1954 # 15:15 # IR0 # Località: Ortobene (Sardegna)

L’autista Francesco Tanca, stava guidando la propria auto, quando scorse, in una radura ai margini della strada, uno strano oggetto posato al suolo. Si fermo’ e scese: era un oggetto di forma circolare di metallo opaco, sormontato da una torretta ed aveva un diametro di 15/16 metri. Lungo il bordo inferiore, c’erano delle aperture ellissoidali, con una specie di grata, “simile ai radiatori delle automobili”. Impaurito, il teste torno’ sulla macchina e se ne ando’. Poco dopo, Gianni Cambosu, 20 anni, percorrendo la stessa stada in motocicletta, noto’ lo strano ordigno, avvicinandosi fino a 50 metri: preso dal panico, cadde con la sua moto, lussandosi il braccio, per poi scappare velocemente. Lo studente Giannino Guarricini, qualche minuto dopo, vide da un’altra zona del monte Ortobene, un oggetto circolare che stava decollando verticalmente, emettendo un ronzio. Secondo un indagine svolta dai carabinieri, vi furono altre testimonianze indipendenti, relative all’atterraggio e decollo del misterioso velivolo.

Data: 11 Novembre 1954 # 19:45 # IR3 # Località: Isola di Ortonovo (La Spezia)

Amerigo Lorenzini, contadino di 48 anni, era vicino alla sua abitazione, quando noto’ poco distanze una misteriosa luce, che mano a mano si affievoliva sempre di più. Su un prato, vide quindi un misterioso velivolo a forma di sigaro, circondato da un alone luminoso. Attraveso una porta laterale, uscirono tre piccoli esseri, che parlavano una lingua sconosciuta. Questi vestiti con una tuta argento, e scafandro si diressero verso una conigliera, con 12 conigli all’interno, l’uomo a quel punto spaventato corre a prendere il suo fucile. Una volta uscito nuovamente, e questa volta armato, vide che i tre esseri aveva preso tutti i conigli, e anche la conigliera, e che la stavano per depositare all’interno del velivolo sigariforme. L’uomo impaurito cerco’ di sparare contro i tre esseri, ma stranamente il fucile era come inceppato. Cerco’ quindi di sparare ancora una volta, ma incredibilmente il fucile diventava sempre più “pesante” che dovette lasciarlo cadere atterra, non riuscendo neanche a gridare. A quel punto i tre esseri erano già tornati all’interno del velivolo, che deccollo’ a forte velocità. Il teste a quel punto riuscì a riprendere il fucile, e questa volta sparo’, ma in vano, il misterioso oggetto era già sparito nel cielo. La gabbia e i 12 conigli erano effettivamente scomparsi.

Data: 22 Dicembre 1954 # 22:00 # IR2 # Località: Castelluccio (Perugia)

Alcune persone, fra cui Antonio Pignatelli, fabbro, osservarono un corpo triangolare di luce giallastra, che lasciava una scia luminosa, calare sul monte Vedetta, scomparendo dietro in crinale. Dopo qualche minuto, videro una luce simile ad “una lanterna a petrolio di colore violaceo” o “due fari luminosi” (secondo le varie versioni) spostarsi lentamente sul crinale del monte, per poi, dopo un discordante ma notevole lasso di tempo, scomparire definitivamente. Armando Coccia, l’unico ad aver visto la forma triangolare del misterioso velivolo volante, producente anche la scia luminosa, assistè anche al lento atterraggio, e al successivo decollo, fra “luci e spruzzi di neve” dello strano ordigno. Il giorno successivo, sul monte, furono rinvenute sulla neve, due file di orme di calzature aventi la suola perfettamente liscia: erano profonde circa 4 centimetri ed alcune assomigliavano, nelle dimensioni, a quelle lasciate da una donna di media statura, mentre altre a quelle di un bambino di 8/10 anni. Il Coccia avvertì anche un “odore di carburante bruciato”, mentre Luigi Brandimarte trovo’ anche 3 impronte circolari di circa 20 centimetri di diametro,disposte a triangolo sulla neve ghiacciata

Data: 30 Dicembre 1954 # 06:30 # IR3 # Località: Sommaprada (Bergamo)

Pietro Trussardi, campanaro di 62 anni, stava percorrendo un sentiero nei pressi di una chiesetta: improvvisamente udì un rumore simile a quello di un motore, ma non riuscì a capire da dove provenisse. Dopo qualche metro sentì nuovamente il suono: sollevato lo sguardo, vide un sigaro piuttosto rigonfio nella parte centrale, fermo a pochi metri di quota. Era di colore “ottone lucente”: aveva 6 “eliche”, tre che uscivano dalla parte superiore, e tre nella parte inferiore. Ad esse erano attaccate delle strutture simili a quelle delle “lische di pesce”; l’estremità posteriore era trasparente, e all’interno il Trussardi pote notare due esseri piccoli come bambini intenti alla guida dell’oggetto, vestiti di nero, e con uno “stranissimo casco”. I due esseri lo guardarono con aria sorridente e calma, l’uomo pero’ impaurito dalla scena, dovette aggrapparsi ad un muretto, per non cadere, poi la paura passo’, tanto che rimase ad osservare il fenomeno per circa 5 minuti. Ad un certo punto decise di andare via, riprendendo il suo cammino, perdendo di vista l’oggetto: lo rivide poco dopo, intento a decollare e sparire nel cielo.

ANNI 60

Data: 9 Dicembre 1962 # 22:00 # IR3 # Località: Bologna

Un uomo di 27 anni, autista e cameriere di un professionista della città, si trovava in via Codivilla quando, mentre si trovava all’esterno della cancellata di un giardino, udì una specie di sibilo. Voltatosi, vide all’interno del giardino un oggetto di colore grigio metallico che stava per atterrare, fermandosi a circa un metro dal suolo. Era una specie di “piatto fondo”, di circa nove metri di diametro, sommontato da una cupola su cui c’erano tante luci di ogni colore, che giravano come “lampegianti delle ambulanze”, tanto da illuminare un poco l’ambiente circostante. Improvvisamente da sotto il velivolo, si aprì uno sportello, da cui uscì una scala, che arrivo’ a toccare terra. Da lì uscirono due figure, che si fermarono ai piedi delle scale. L’uomo si nascose dietro un albero per non farsi notare, ma i due esseri lo videro comunque, ed uno di loro lo punto’ parlando una lingua sconosciuta, sembrava che l’essere rivolse al teste una domanda, a cui, comunque non rispose. I due esseri erano altri 1,70 centrimetri, con pelle scusa e di colore olivastro, capelli corti, scuri e lucenti e occhi come quelli dei gatti. Indossavano tute gialle ed aderenti, e una grossa cintura, dove ad uno dei fianchi, sporgeva una piccola scatola di forma triangolare. L’uomo parve di aver visto del movimento all’intero del velivolo, ma non ne fu sicuro, in quando l’interno era molto illuminato. I due esseri dopo aver osservato il teste, e aversi scambiato qualche osservazione reciproca, rientrarono dentro al velivolo, che in poco tempo decollo’ con un sibilo molto più forte di quello sentito all’inizio. L’oggetto poi fece una virata ad angolo retto, e volo’ via verso la parte Sud-Ovest della città. L’incontro sarebbe durato in tutto due minuti e mezzo.

Data: 18 Dicembre 1962 # 02:20 # IR3 # Località: Milano

Un vigile notturno, Francesco Rizzi, di 36 anni, si trovava nel cortile di un’azienda per un giro d’ispezione, quando sentì un “qualcosa che gli sibilava dietro la nuca”, aumentando d’intensità. Voltandosi vide uno strano oggetto discoidale ad un metro da terra, proprio a pochissimi metri da lui. Era di metallo chiaro, “forse alluminio”, con dei riflessi argentei: nella parte superiore aveva una torretta ed intorno vari oblò. Il sibilo cesso’ e nella “pancia” dell’oggetto si aprì un portello, da cui si affaccio’ uno strano essere. Non era alto più di un metro, aveva la testa completamente nera, ed indossava una tuta fosforescente, “che confondeva la vista”. Punto’ l’indice della mano destra verso l’uomo e con l’altra gli fece cenno di avvicinarsi, e di non aver paura, ma il teste era come paralizzato e non riusciva a muoversi. Dalla luce azzurrina proveniente dal portello aperto emerse un secondo essere, “che fece un gesto alla prima creatura, come per intimargli di ritirarsi”. Dopo che l’essere fu rientrato, il portello si chiuse silenziosamente e il sibilo si fece di nuovo sentire. L’oggetto decollo’, sparendo in una nuvola do fumo bianco e, contemporaneamente l’uomo fu di nuovo ingrado di muoversi. Agli inizi del 1989 poi, il giornalista Cesare Carassiti, che all’epoca si occupo’ della vicenda, fornì una nuova versione sul caso, con particolari inediti. L’oggetto aveva una grandezza di circa sei metri, con la torretta alta circa un metro e settanta centrimetri circa. Dal velivolo uscirono due esseri, come descritti all’epoca dal Rizzi, ma che avevano in mano una scatola, dove si misero a lavorare la parte centrale della torretta, precisamente la congiunzione tra la torretta e l’anello esterno. Un terzo essere invece era rimasto all’interno del velivolo. Dopo alcuni minuti, i due esseri rientrarono all’interno del velivolo, che decollo’ verticalmente, lasciando dietro di se una scia di colore azzurro luminoso. Il caso ebbe molto successo, e ne parlarono diversi giornali dell’epoca, tra cui Corriere della Sera, Il Tempo, Perego, e perfino riportato su Notiziario UFO. Il caso è a tutt’oggi uno dei più attendibili.

Data: 9 Gennaio 1964 # 22:30 # IR1 # Località: Nicastro (Reggio Calabria)

Alcune persone notarono dalla terrazza di un ristorante parecchi dischi luminosi azzurrognoli, che compivano strane evoluzioni sul mar Tirreno. Dei testi, fra cui i camerieri Pasquale e Palmerino Esposito, Mario Lamborghini e Mario Concolino, salirono su una barca da pesca, dirigendosi verso il tratto di mare interessato dal fenomeno. Appena l’imbarcazione si avvicino’, tutti i corpi luminosi si immersero, tranne uno, che rimase completamente immobile sul pelo dell’acqua. Uno degli uomini, Ettore Jena, lo tocco’ con un remo: e contemporaneamente tutti i testi sulla barca, percepirono una scarica elettrica, mentre l’ordigno si immergeva. Venne descritto come un “delfino metallico” con tre antenne sulla sommita, di un metro di lunghezza.

Data: 13 Luglio 1966 # 02:00 # IR3? # Località: Fornacette (Pisa)

Fornacette di Calcinaia è una piccola frazione a circa quattordici chilometri a est-su-est di Pisa ,tra i paesi di Cascina e di Pontedera, nel punto in cui dalla statale 67 (tosco-romagnola) si dirama la strada verso sud a Ponsacco.
Questa strada incrocia a Fornacette appunto la linea ferroviaria Pisa-Firenze e quì c'è il passaggio a livello numero 65 custodito 24 ore su 24 da personale delle ferrovie dello stato, adiacente al canale 'emissario'.
La notte tra il 12 e il 13 luglio 1966 era in servizio il trentacinquenne Camillo Faieta residente a Pontedera (PI).
Verso le 02,00 am il Faietta si trovava seduto sul muretto del ponte ferroviario e stava ascoltando la sua radiolina a transistor (una Sony).
Improvvisamente una luce fortissima illuminò il cielo ed il testimone vide un 'globo luminoso' che si avvicinava .
L''oggetto si lasciava dietro una 'scia granulosa e fosforescente' e produceva un 'lieve frusio' ed alla fine si posò poco al di sotto della scarpata dell'argine dell 'emissario, dove questa degrada nell'acqua.
Dopo circa due minuti durante i quali rimase immobile producendo una luminosità violacea simile a quella di una 'fiamma ossidrica', l'oggetto si alzò di nuovo in volo e si andò a posare sopra ad un isolotto emergente dalle acque al centro del canale.
In questa nuova posizione il globo divenne meno luminoso ed assunse un colore 'argento opaco' mentre l'acqua del canale apparve di riflesso color 'alluminio fuso' dopo alcuni secondi infine la luce si abbassò tanto da permettere al faietta di intravederne la sagoma; in questo momento la radiolina a transistor smise di funzionare.
Preso dall'emozione il testimone corse verso il casello e telefonò alla Polizia di Pontedera poi prese una lanterna da segnalazione a batteria a luce bianca e si avviò sul bordo del canale Emissario; arrivò nel punto dove il 'globo' si era fermato la prima volta e da lì cercò di illuminare l'isolotto sottostante dove si era fermato successivamente, ma la luce si affievolì di colpo e divenne rossastra come quando le batterie sono scariche.
Allora il Faieta decise di scendere la scarpata fino alla riva del canale; da quella posizione si trovava così vicino all'oggetto che come dichiarò a Roberto Pinotti nel 1974 'Ancora un passo ed avrei potuto toccarlo'; queste le sue parole:
''Si trattava più che di una sfera di un ellissoide irregolare, che ricordava quasi due coni uniti per la base. Inferiormente poggiava su tre zampe apparentemente diposte a 120° l'una dall'altra . Nel complesso il tutto dava l'idea di una grossa trottola ed era... molto bella'.
Faietta pur se con alcune contraddizzioni dichiarò poi di aver intravisto anche due 'piccole sagome umane alte circa 50 centimetri muoversi in controluce ,, mi parevano tubi, '.
Queste presenze attorno al velivolo lo spaventarono e quindi ritornò al casello dove nel frattempo si era raggruppata una piccola folla, tra cui alcuni camionisti ed automobilisti che pare avessero visto l'oggetto luminoso volare sino a lì.
Circa alle 03,10 arrivò l'agente di Polizia Angelo De Pompa assieme a due o tre manovali della stazione di Pontedera; non si sà bene che cosa costui abbia visto, di sicuro si sà solo che cercò di illuminare con il fanale di una 'vespa' l'isolotto.
Il Faietta dichiarò sempre che l'oggetto rimase sul posto per almeno mezz'ora , stà però di fatto che nessuna delle persone giunte lì e nemmeno il De Pompa lo vide sull'isolotto, nè lo vide 'decollare' in alcun modo.
Un'altro casellante invece, tale Giuseppe Valeriani in servizio al casello n. 66 a circa un chilometro da quello di Faietta, dichiarò di aver visto l'oggetto luminoso quella notte, lo descrisse come un 'siluro' che saettò velocemente verso il casello 65.
Per questo motivo il Valeriani tentò di telefonare al Faietta, ma i due non riuscirono a parlarsi; non si sà bene se perchè nella concitazione del momento entrambi avessero la cornetta sollevata o se il Faietta non si sia reso conto del telefono che squillava o se per qualche misterioso malfunzionamento degli apparecchi.
Alle 04,00 (circa) arrivarono a Fornacette anche i carabinieri; il maresciallo Polidori si spinse fin sulla sponda del canale ma non andò sull'isolotto.
Assieme ai camionisti che pare fossero i più incuriositi ed i più convinti a scoprire la verità (forse perchè avevano visto effettivamente qualcosa di luminoso volare in cielo), il Polidori si industriò ad orientare i fari dei camion verso l'isolotto ma senza risultati. Sul luogo dell’atterraggio vennero trovati anche tre fori di 10 centimetri di diametro disposti a triangolo equilatero, con lato ideale di 1 metro. Contemporaneamente all’osservazione del Faieta, altre persone riferirono di aver visto uno strano fenomeno luminoso nella zona. Tutt’oggi è uno dei casi più attendibili.

Data: 6 Gennaio 1968 # notte # IR3 # Località: Milano

Una guardia notturna, Antonio Federico, stava compiendo il suo giro d’ispezione quando vide “una macchia schiacciata” posata in un cortile. La vide a poche decine di metri di distanza: aveva una cupola trasparente nella parte superiore ed intorno ad essa v’era un anello delimitato da una ringhiera. Su questa parte dell’oggetto c’erano 2 creature, simili ad esseri umani, ma alti circa 1,2 metri: indossavano una tuta azzurra, casco e guanti neri; un terzo essere si muoveva all’interno della cupola. I due all’esterno sembravano intenti a riparare qualcosa. Il teste si avvicino’ con l’intenzione di offrire loro il suo aiuto, accendendo la torcia elettrica che aveva con se. Le creature smisero di muoversi, stettero qualche secondo a guardare l’uomo, poi entrarono nella cupola trasparente. Subito dopo l’oggetto comincio’ ad emettere forti bagliori e decollo’. Caso molto simile a quello successo sempre ad una guardia nottura, Francesco Rizzi, successo nel 1962, di cui ho già trattato.

ANNI 70

Data: 13 Giugno 1970 # 19:30 # IR2 # Località: Marsciano (Perugia)

R.Rossi (20 anni), era nei pressi della sua abitazione, quando scorse una scia di fuoco alzarsi improvvisamente dal terreno, a circa 200 metri di distanza e, subito dopo, due globi di colore arancione molto vivo transitare a circa 1,5 metri dal suolo. Nella loro parte superiore erano “fiammeggianti”, con delle lingue di fuoco dirette in senso contrario alla linea di movimento. Erano poco più grandi di un pallone da calcio e si muovevano lentamente: l’intera osservazione duro’ 4/5 secondi. Il giorno dopo, il teste trovo’ dell’erba appassita.

Data: Aprile 1973 # 05:00 # IR2 # Località: San Cataldo (Caltanisetta)

D.Calà (22 anni) ed il padre si stavano recando al lavoro in auto: ad un tratto, notarono uno strano bagliore sopra la loro auto. Si fermarono e scesero dal veicolo. A 5/6 metri di quota c’era un grosso disco luminoso circondato da 5 piccole sfere di diverso colore. I 2 testimoni si sentirono paralizzati: rimasero ad osservare lo stano fenomeno, immobili e producente un rumore come un “ronzio di api costante e leggero”. Ad un certo punto, gli oggetti emisero dei fasci di luce multicolore che colpirono i due uomini senza effetti su di loro, ma producendo notevoli tracce bruciate sul terreno. Contemporaneamente all’emissione dei fasci di luce l’interno fenomeno decollo’ a fortissima velocità.

Data: 18 Maggio 1973 # notte # IR1 # Località: Maliscola (Napoli)

C.Artucci e G.Lenci si trovavano sulla loro auto, lungo la costa, quando la loro attenzione fu attirata da uno strano oggetto luminoso a forma di piatto munito, superiormente, di cupola, a circa 50 metri di distanza, in prossimità del bagnasciuga. L’ordigno era a 3 metri dal suolo e si stava avvicinando, con assetto di volo inclinato, ai 2 testi. Il guidatore cerco’ di mettere in moto l’auto, ma senza alcun risultato. La cupola dell’oggetto emetteva una forte luce bianca, simile a quella del neon, e sulla base della cupola c’era una scia di luci rosse, che ruotava intorno. La parte inferiore invece era di colore metallico e luminescente. Lo strano fenomeno impiego’ circa ¾ minuti per percorrere i circa 50 metri che lo separava dall’auto dei due testimoni. Una volta che l’oggetto sorvolo’ l’auto, parve allontanarsi velocemente verso l’alto, ed in quel momento l’auto torno’ a funzionare regolarmente. Durante l’osservazione, i due testimoni erano in preda ad una tale paura che i peli del loro corpo (soprattutto quelli delle gambe) si drizzarono “uniformemente e dolorosamente”.

Data: Estate 1973 # 22:00 # IR0 # Località: Valeriano Lunense (La Spezia)

Alcuni ragazzi notarono nei pressi di un bosco un oggetto luminoso di forma quasi a sigaro, il cui colore era di un rosso vivo, e più chiaro nell’estremità destra. Anche i carabinieri di una locale stazione osservarono il fenomeno. In seguito 4 uomini tentarono di avvicinarsi al fenomeno, muniti di una torcia elettrica. Giunti a circa 300 metri dall’oggetto notarono un’enorme sfera rossa schiacciata: i testimoni diressero il fascio di luce della torcia verso questa sfera, ma il raggio sembrava “rimbalzare” sulla superficie del fenomeno, tornando in direzione degli uomini con maggiore intensità. Cio’ produsse in loro una forte paura, che li indusse a scappare precipitosamente. Alle 23:25 l’intero fenomeno si spense ma, stando alla sig. Marra, si riaccese poi improvvisamente, transitando sopra la sua abitazione, producendo un “leggero ronzio”. Il giorno seguente, in un campo su cui sosto’ il misterioso velivolo luminoso, fù trovata una zona bruciata a forma di triangolo isoscele, entro cui i resti delle piante di granoturco e lo stesso terreno apparivano smosse disordinatamente.

Data: 16 Aprile 1974 # 00:50 # IR3 # Località: Santa Maria Del Tempio (Piemonte)

I coniugi Bellingeri stavano tornando a casa, quando, giunti ad un centinaio di metri dall’abitazione, videro uno strano oggetto luminoso fermo sulla verticale del loro cortile. Appena i testi aprirono il cancello per posteggiare l’auto, l’ordigno si abbasso’ fino ad arrivare a circa 15 metri al suolo. Era formato da un “abitacolo” rotondo e trasparente, ma oscuro verso il “fondo”, dove qualcosa sembrava muoversi: tale cupola era illuminata dall’interno da una luce gialla. Alla base c’era un “disco” di colore nero, staccato dall’”abitacolo”, che ruotava lentamente: su di esso v’erano delle luci simili “a quelle delle auto della polizia” (descrizione ricorrente in altri IR nda), di colore verde, rosso e giallo. All’interno della cupola i testi videro tre o quattro esseri indossanti dei caschi con qualcosa all’altezza della bocca: sembravano seduti e, ad un certo punto, quello vicino al coniuge si giro’ verso di loro per poi voltarsi dalla parte opposta. Contemporaneamente, dalla parte inferiore dell’oggetto uscirono quattro o cinque fiammelle arancioni, subito scomparse, e l’anello esterno comincio’ a girare velocemente ed a fischiare mentre veniva avvertito un forte spostamento d’aria. Partì letteralmente a forte velocità, scomparendo alla vista, mentre il sibilo (rumore ricorrente nda) rimaneva ancora udibile. Le dimensioni dell’ordigno erano di circa dieci metri di diametro per due di altezza. L’intera osservazione duro’ circa 5 minuti. Il caso è molto attendibile, in oltre durante l’osservazione furono segnalate da altre persone uno strano velivolo luminoso dalle parti della casa dei due coniugi.

Data: 10 Giugno 1974 # 02:00 # IR1 # Località: Zinnigas (Sardegna)

F.Traga stava viaggiando sulla propria auto; improvvisamente il veicolo comincio’ a sbandare ed i circuiti elettrici a spegnersi. L’auto nonostante si fosse fermato il motore, continuava a procedere e per di più, in leggera salita. Alzando lo sguardo, l’uomo vide una luce, variabile in colore, che si stava avvicinando, assumendo una forma discoidale. L’oggetto si fermo’ alle spalle del teste, a circa 300 metri di distanza e a 100 di quota: nella parte inferiore assomigliava ad un tronco di cono, con un anello che girava velocemente in senso orario e che aveva un colore differente dal resto dell’ordigno. L’uomo tento’ di uscire dall’auto: la portiera si aprì da sola e di colpo, mentre i parafanghi posteriori vibravano. Compiendo una serie di circoli intorno all’auto, sempre più bassi, l’oggetto giunse quasi a toccare suolo, per poi salire, sempre a spirale, alla quota originaria. Dopo circa 90 minuti, lo strano fenomeno partì di scatto, scomparendo alla vista: contemporaneamente, l’auto fù di nuovo in grado di funzionare. Il caso venne riportato dal giornale della zona “L’unione Sarda”, che anche se pecca di particolari, il caso ha tutte le caratteristiche di un Incontro Ravvicinato, in oltre nella zona sono state segnalate da altre persone, la presenza di un velivolo volante luminoso, che attestarono quindi la versione del sign. Traga.

Data: 10 Luglio 1974 # 23:30 # IR2 # Località: Pavia

U.Ragni, vigile urbano (25 anni), i genitori e la sorella Giovanna (15), videro dal balcone della loro abitazione una “semisfera” che stazionava poco al di sopra del suolo nei campi prospicenti la casa. Aveva una luminosità pulsante, che andava dal rosso all’arancione chiaro: la ragazza poco prima, aveva visto dirigersi verso quella zona uno stano oggetto con luci intermittenti. Alcuni vicini osservarono, a loro volta il fenomeno luminoso a distanza. L’uomo con la madre e la sorella, decisero di avvicinarsi alla fonte di luce, avviandosi in quella direzione a bordo della propria auto. Giunti all’altezza del luogo, cerco’ un sentiero per cercare di avvicinarsi: trovatolo lo percorse, ma non riuscì a vedere niente se non il buio della notte. Mentre l’uomo aveva iniziato la manovra per mettere l’auto nella direzione opposta, la sorella e la madre videro, seguite immediatamente dal vigile urbano una grossa semisfera rossa, ferma poco sopra una radura di stoppie, a circa 300 metri di distanza. Dalla parte superiore emetteva un largo fascio di luce bianco-giallastra; nella parte inferiore, v’erano alcune luci fisse gialle, da cui uscivano dei “raggi” rivolti verso il terreno. La madre osservo’ anche un “cuscinetto di pulviscolo rosso” fra l’oggetto ed il suolo. In preda ad una forte paura, i testi si allontanano velocemente a bordo dell’auto. Sul luogo dell’atterraggio, il giorno seguente, fù trovata una zona rettangolare di 30 metri x 15 metri, entro cui le stoppie erano bruciate e schiacciate, e ricoperte superficialmente, da uno strato di cenere. Da questa zona, partivano altre striscie triangolari di stoppie bruciate, aventi dimensioni differenti fra loro. Secondo U.Ragni i carabinieri, nel corso di un loro sopralluogo, avrebbero trovato un’altra traccia, definita “fresca”, circolare e di 0.5 metri di diametro, posta sul sentiero che osteggiava il campo. Il caso ebbe molto scalpore all’epoca, e vennero fatte svariate inchieste da parte degli investigatori, anche se non molto accurate. Non vennero purtroppo scattate foto delle tracce lasciate dal misterioso velivolo luminoso, ma l’accurata descrizione dell’avvistamento fa molto pensare. Da notare anche un particolare interesse non solo dei carabinieri, ma anche dell’aviazione militare.

Data: 17 Febbraio 1975 # 02:30 # IR3? # Località: Avigliana (Torino)

C.Calipari, guardia giurata (25 anni), stava compiendo il suo giro d’ispezione, quando noto’ una strana luminescenza di colore rosso, che proveniva dal giardino di un edificio, incuriosito il teste ando’ a controllare. Una volta arrivato, pote vedere un grosso ordigno volante, di forma a cupola, di colore rosso, di circa 4 metri di diametro, a circa 20 metri dalla sua posizione. Si trovava sopra alcuni alberi, ed a intervalli regolari diventata trasparente, tanto che attraverso di esso si intravedeva la campagna. Con la sua torcia elettrica, il teste punto il fascio di luce verso la parte bassa dell’oggetto, verso il terreno, e vide due occhi gialli brillanti che lo fissavano. Il teste impaurito prese la pistola di ordinanza, e sparo’ alcuni colpi verso la misteriosa entità, che pero’ non si fece nulla, e rimase lì a fissarlo. L’uomo a quel punto, spaventato’ scappo velocemente, tornando poco dopo con una panettiera sul posto. Insieme videro l’oggetto luminoso che si spostava verso una stazione ferroviaria della città. Il giorno seguente, sulla zona dove l’uomo vide la presunta entità, c’erano due piccole orme circolari distanziate fra loro regolarmente. Vennero condotte svariate inchieste, che attestarono l’affidabilità del testimone, in oltre anche la panettiera confermo’ l’avvistamento, e un anziana signora non molto lontano dalla zona dell’avvistamento, sentì un colpo di pistola, anche se Calipari racconto’ di averne sparati diversi, ma questo venne spiegato facilmente, in quando il ragazzo rimase molto traumatizzato dal suo avvistamento, e quindi era normale che si sia frainteso. Uno stadio psicologico che non si puo’ sottovalutare, in una situazione come quella.
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