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L'ONU SI PREPARA AL PRIMO CONTATTO CON GLI EXTRATERRESTRI: NOMINATA UN'AMBASCIATRICE

Ultimo Aggiornamento: 28/09/2010 10:38
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28/09/2010 10:38

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L'Onu si prepara al primo contatto con gli extraterrestri: nominata un'ambasciatrice

di R.Z.
La domanda è sempre la stessa: esistono nell’Universo forme di vita intelligenti o la nostra è una specie unica e solitaria che avrà il compito di colonizzare nel corso dei millenni l’intero Cosmo? Nessun esperto, sebbene tanti si dicano propensi a ipotizzare vi siano nello spazio centinaia di civiltà evolute, sembra aver elementi indiscutibili capaci di chiarire questo mistero. L’Onu, la più importante ed estesa organizzazione intergovernativa che fra i tanti fini si pone quello di garantire la pace planetaria, ha di recente annunciato l’intenzione di nominare un proprio ambasciatore che avrà il compito di accogliere e interagire con gli eventuali visitatori extraterrestri. Stando a quanto riferito dall’agenzia australiana NewsCore, il delicato incarico è stato affidato all’astrofisica malese Mazlan Othman.
La Othman, 58 anni, verrà nominata capo del United Nations Office for Outer Space Affairs (letteralmente il Ministero degli Affari Spaziali - Unoosa) la prossima settimana, in occasione della conferenza della Royal Society Kavli Foundation nel Buckinghamshire, in cui dovrà presentare il suo progetto. “La continua ricerca di comunicazioni extraterrestri ci permette di sperare che un giorno l'umanità riceverà segnali dagli alieni - ha spiegato la Othman - quando questo succederà dovremo avere in piedi una risposta coordinata che tenga conto della delicatezza del soggetto: l'Onu è una struttura già pronta per mettere in piedi questo meccanismo”.
La decisione delle Nazioni Unite è stata presa soltanto di recente, a seguito della scoperta di alcune centinaia di pianeti che presentano caratteristiche potenzialmente idonee ad ospitare la vita: non necessariamente intelligente. Il professor Richard Crowther, esperto in diritto nello spazio presso l'agenzia spaziale che guida le delegazioni del Regno Unito alle Nazioni Unite, ritiene che l'astrofisica malese sia al momento “la persona più adatta a ricoprire questo delicato incarico”. Il piano per rendere l'Unoosa l'ufficio di coordinamento per affrontare gli incontri con gli alieni sarà discusso dai comitati scientifici consultivi delle Nazioni Unite. Il punto di maggior dibattito sarà presumibilmente quello relativo alle parole da usare per accogliere i visitatori alieni.
Con il Trattato sullo spazio risalente al 1967 i membri delle Nazioni Unite avevano deciso di proteggere la Terra dalle possibili contaminazioni extraterrestri “sterilizzando” le varie forme di vita individuate. La Othman, inutile dirlo, sostiene una tesi completamente diversa e proporrà un approccio più tollerante.
Di recente il professor Stephen Hawking ha affrontato il “problema alieni" invitando il mondo a tenersi lontano dai possibili contatti con forme di vita intelligente extraterrestre. I rischi, aveva detto lo scienziato, sarebbero superiori ai possibili aspetti positivi. Secondo il matematico e astrofisico britannico i soli alieni che potremo incontrare sono quelli che hanno sviluppato una tecnologia superiore alla nostra e che dopo aver esaurito le risorse del proprio pianeta natale si trovano a vagare nello spazio, a bordo di navi enormi, in cerca di un nuovo mondo. “Il risultato per noi sarebbe come quando Cristoforo Colombo sbarcò in America - spiega lo scienziato - e le cose non andarono molto bene per i nativi americani”.
La vita aliena, suggerisce Hawking, “è quasi certo esista in molte altre parti dell'Universo: non solo in pianeti, ma forse al centro di stelle o addirittura fluttuante nello spazio interplanetario”. Il Cosmo, secondo l’esperto, dispone di 100 miliardi di galassie, ciascuna contenente centinaia di milioni di stelle. In un luogo così grande, è improbabile che la Terra sia l'unico pianeta dove si è evoluta la vita. "Per il mio cervello matematico, bastano i numeri a farmi pensare razionalmente che esistano gli alieni", ha detto. "La vera sfida è quella di capire cosa gli alieni potrebbero effettivamente essere".
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